Mélophrasis, parafrasi ed analisi: Haydn, Momigny e la “103”

In his Cours complet d’harmonie et de composition (1806) Jérôme-Joseph Momigny offered both a paraphrase of the first movement of W.A. Mozart’s D minor Quartet K 421, and a double analysis of the first movement of Joseph Haydn’s Symphony no. 103 in E flat major. In the first case, he matched the phrases of Mozart’s composition to the verses of a fictional quarrel between Dido and a runaway Aeneas, providing both a harmonic and structural analysis at the same time. In the case of Haydn, a first, essentially formal analysis is complemented by an analyse pittoresque et poétique conceived as a dramatisation: the subject illustrates the contrasting reactions of the peasants to the threat of a storm, their prayers, comments, banters, and ensuing squabbles.In both cases Momigny segments the composition into ‘periods’ that convey complete meaning. Therefore, he does not rely on a pre-established morphological model – the very idea of sonata form had not yet been formulated in 1806 – but seeks logical and formal links in the narrative coherence resulting from the succession and concatenation of musical periods. This translation into words of a complex, multi-layered construct like the first movement of Haydn’s symphony is no doubt arbitrary, but not inappropriate. However, it has the merit of reducing the gap between poor denotation and lavish connotation that is peculiar to musical language.Moreover, in itself the very beginning of Symphony no. 103 gives a textbook example of the limits that constrain the power of the word vis-à-vis musical language. Indeed, the sources give no indication on how to perform the “drum-roll” that made it famous.Nel suo Cours complet d’harmonie et de composition (1806) Jérôme-Joseph Momigny ha offerto sia una parafrasi del primo tempo del Quartetto in Re minore K 421 di W.A. Mozart, sia una doppia analisi del primo movimento della Sinfonia in Mi@ n. 103 di Joseph Haydn. Nel primo caso ha rivestito le frasi della composizione mozartiana con i versi di un diverbio tra Didone e il fuggiasco Enea, fornendone nel contempo un’analisi armonica e strutturale. Nel caso di Haydn, a una prima analisi essenzialmente formale ha aggiunto una analyse pittoresque et poétique concepita come una drammatizzazione: il soggetto illustra le contrastanti reazioni dei villici alla minaccia di un temporale, con le preghiere, i commenti, i motteggi e i battibecchi che ne conseguono. In entrambi i casi Momigny segmenta la composizione in ‘periodi’ di senso compiuto. Non si fonda dunque su un modello morfologico prestabilito – l’idea stessa della forma sonata nel 1806 non era peranco formulata – bensì ricerca i nessi logici e formali nella coerenza narrativa data dalla successione e concatenazione degli episodi musicali. Questa traduzione in parole di un costrutto complesso e articolato come il primo tempo della Sinfonia di Haydn è senz’altro arbitraria ma non impertinente. Ha comunque il pregio di attenuare quel divario tra povera denotazione e doviziosa connotazione che è peculiare del linguaggio musicale. Peraltro l’attacco stesso della Sinfonia 103 dà un esempio da manuale di quanti limiti affliggano il potere della parola nei confronti del linguaggio musicale. Dalle fonti non risulta infatti con certezza come vada eseguito il “rullo di timpani” che l’ha resa famosa